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GENNARINO CAPUOZZO
G ennaro Capuozzo nato a napoli il 2 Giugno 1932, Medaglia d'oro al valor militare , scugnizzo coraggioso Napoletano insorge contro i tedeschi facendosi simbolo della rivoluzione popolare napoletana.
Gennarino quasi dodicenne apprendista commesso, viene scosso da una scena agghiacciante, tornando assiste all' esecuzione di una uomo una donna e un bambino, non è un gioco è la scioccante realtà della seconda guerra mondiale.
Questo perchè Dopo l'armistizio di Cassibile del 3 settembre 1943, l'esercito italiano era rimasto senza ordini, e così a Napoli le truppe tedesche in breve tempo avevano preso il controllo della città. Dopo un'iniziale fase di smarrimento, tuttavia, il 27 settembre 1943 la popolazione insorse dando vita alle quattro giornate napoletane.
Genanrino rimasto solo col padre partito nel 1941 per un guerra che non è mai stata napoletana, rimane a capo della sua famiglia composta dalla madre e di altri tre fratelli famosa è la frase “Mammà, nun m'aspettà tornerò quando Napoli sarà libera, nemmeno il tempo di enunciare questa frase che sentita oggi è da brividi, che sparì nei vicoli per aiutare gli altri napoletani impegnati a respingere i tedeschi.
l'insorgenza degli scugnizzi diede coraggio a tutto il napoletano, la notizia che nel quartiere materdei fù tenuta sotto assedio una truppa tedesca per ore da un gruppo di ragazzini , si estese e diede la spinta necessaria alla popolazione ribellarsi.
Al terzo giorno di scontri si sparse la notizia che a Mugnano erano state fucilate dieci persone tra cui tre donne e tre bambini,questo fece scattare la scintilla nel cuore di Gennarino, organizzò una retata ai danni dei tedschi, nascosti dietro ai blocchi di cemento tra Frullone e Marianella attese il momento giusto, per aggredire gli invasori con coraggio ed armi raccolte dai soldati caduti e bombe a mano mise sotto tiro i tedeschi attese che la vicinanza FOSSE giusta ed a colpi di mitragliatrice e bombe a mano riuscì a neutrlizzare la truppa, il coraggio di questi scugnizzi che con forza intimiranono ai tedeschi "e mmo scennite fetient" scesero a braccia alazate gli artefici della fuciliziane di mugnano e furono fatti prigionieri e portati all'accampamento degli insorti al vomero e Gennarino e i suoi furono trattati da eroi.
Galvanizzato da questa impresa il quarto giorno Gennarino si recò in Via santa teresa degli scalzi dove i napoletani avevano costruito barriere con mobili e tutto ciò di cui disponevano per respingere gli invasori, Gennarino imbracciando un mitragliere di un soldato morto e armato fino ai denti per difendere la sua terra natia si fiondò all'attacco, pieno di coraggio, colmo di consapevolezza, per Napoli per mamma concetta e per il papà in guerra, per la sua libertà e per la nostra, urlò "mo vi facciamo vedere chi sono i napoletani!" esclamò "vedrete chi è Gennarino Capuozzo" e lo fece... un anima pura macchiata dalle atrocità della seconda guerra mondiale, gettò il cuore oltre l'ostacolo e mentre si batteva per la libertà fù centrato in pieno da una granata tedesca, e sparì tra la polvere ed i cocci, nemmeno un urlo si sentì, lo trovarono poco dopo gli altri napoletani che stavano combattendo col volto sfigurato e la bomba ancora stretta nel pugno, con le scarpucce intinte di fango e sangue, Gennarino Capuozzo era morto, aveva combattuto fino a dare la sua giovane vita, morto da eroe, morto da persona libera.
A Concetta madre di Gennarino fu assegnata una medaglia d’oro al valor militare alle memoria di quel piccolo, grande eroe: “Prodigioso ragazzo che fu mirabile esempio di precoce ardimento e sublime eroismo”
ed anche il Vesuvio CHE IN QUIEI GIORNI SI FECE SENTIRE, gli rendette omaggio cessando di fumare.
Bruno Brandi